La chiesa di Santu Lasi (San Biagio) nel comune di Salve, dall’architettura semplice e lineare, ha origini antichissime, e si trova lungo la strada che conduce a Posto Vecchio, nei pressi del luogo dove esisteva l’antico villaggio chiamato Casale San Biagio.
La strada che conduce fino a questa cappella, nella campagna circondata da oliveti è molto suggestiva; più avanti la stessa strada diventa stretta e poi diventa solo una mulattiera. Qui lo scenario cambia: non più mandorli e olivi, ma vigne che si perdono all’orizzonte.
Si comincia ad intravedere la chiesetta, riedificata all’inizio del XVIII secolo dopo un crollo, che determina emozioni e forti suggestioni in chiunque voglia avvicinarvisi.
San Biagio era un medico che visse visse tra il III e il IV secolo d.c., a Sebaste in Armenia (Asia Minore) ove guariva e ammansiva gli animali della foresta, salvò un bambino che aveva ingoiato una lisca di pesce (ecco perché viene ricordato come il protettore delle malattie della gola), ordinò a un lupo di riportare indietro la preda rubata in una fattoria (e quindi è protettore degli animali). A causa della sua fede fu straziato con pettini di ferro.
Nel 1717 venne donata alla chiesetta la statua raffigurante san Biagio, e qui è posizionata, dove la luce e le ombre si fondono e creano un vortice di incredibili sensazioni. Sulla porta d’ingresso è scolpito lo stemma del Comune di Salve.
Nelle vicinanze c’è una masseria, e l’’itinerario per raggiungerla è servito da tranquille e silenziose strade di campagna; è immersa in un’esuberanza di verde, di recente restaurata con rispetto e amore, e dichiarata “bene di interesse culturale particolarmente importante”, sorge sul sito dell’antico casale di San Biagio, contornato dall’infinita varietà di colori dei prati in fiore e delle tenere gemme degli alberi, e che raccoglie storie, ricordi, pensieri, emozioni, sensazioni.
Il 3 febbraio a Salve si svolge la festa dedicata a San Biagio che prevede una serie di funzioni religiose, quali la processione e la messa; la processione di origini remote, a cui partecipa una folla di fedeli, si svolge per strade e le piazze; i fedeli seguono in religioso silenzio, un cerimoniale rivolto ad esaltare il simbolismo della statua di San Biagio. San Biagio viene raffigurato volte come santo vescovo, altre volte come santo guaritore e intercessore, altre ancora nel momento del martirio con pettini di ferro (motivo per il quale è protettore anche dei cardatori di lana
Durante la suggestiva celebrazione liturgica in molte chiese i sacerdoti benedicono le gole dei fedeli accostando ad esse due candele. Si prosegue con il tradizionale concerto bandistico e lo spettacolo pirotecnico.